Generalità Pianta Cupressus GoldCrest:

La pianta di Cupressus macrocarpa ‘Goldcrest’ appartiene alla famiglia Cupressaceae ed è di tipo arboreo. La pianta ha un altezza non troppo elevata, è compresa tra 1,7 e 2,5 metri, l’espansione va da 1,5 a 2,2 metri. Per raggiungere il suo massimo vigore sono necessari mediamente 10-20 anni. La cultivar ha foglie di tipo persistente. E' un arbusto sempreverde caratterizzato dal portamento conico stretto da giovane, con l’età la base si allarga, ed è dotato di ramificazioni dense ed erette, fusto bruno-rossastro, molto resinoso. La caratteristica principale di questa varietà sono le sue fantastiche foglie sempreverdi di colore giallo oro vivo, a primavera il giallo più luminoso fra le conifere; in autunno prende delle sfumature arancio intenso; la caratteristica più gradevole e che se le strofinate con le mani, rilascia un piacevole odore di limone. Il suo apparato radicale si sviluppa rapidamente come la chioma; per questo motivo sono piante adatte a essere coltivate come esemplari singoli, o in siepi colorate; si utilizzano anche nelle bordure o nel bordo misto, la meglio riuscita è quando viene piantato in un contesto di alberi o arbusti verde scuro, o quando usato in contrasto con fogliame rosso e viola. Il Cupressus goldcrest è resistente sia all’inquinamento urbano sia alla salinità del mare.

Coltivazione e Cura:

I Cipresso Goldcrest , sono piante estremamente rustiche. Sopportano con caparbietà freddo o siccità. Amano il pieno sole ma possono vivere anche in mezz’ombra perdendo un po’ l’intensità di colorazione del fogliame. Evitare comunque i ristagni di acqua e fertilizzare almeno una volta all’anno con concime organico o compost. Anche se resistente al freddo,consigliamo di coprire il terreno con pezzetti di corteccia o altro materiale per proteggerla dalle rigide temperature invernali mentre in estate per proteggerla dal caldo eccessivo mantenendo umido il terreno e per evitare la crescita di piante infestanti tra un’annaffiatura e l’altra lasciare asciugare il terreno – i ristagni d’acqua provocano marciumi.